articolo Tempo libero Passeggiata nel parco
La bellezza sconosciuta della Val Maira e i percorsi Occitani freccemartedì 10 settembre 2013

Probabilmente non l’avrete mai sentita nominare: la Val Maira (il nome deriva dal fiume Maira che la attraversa) si trova in Piemonte, la si raggiunge da Torino o Cuneo, strada fino a Dronero e poi su … a scoprire un territorio ancora intatto, nei luoghi e nelle tradizioni. Quelle della cultura Occitana, culla della lingua d’oc (occitano), sviluppatasi in Francia, Spagna e Italia. La Val Maira si rivelerà ai vostri occhi un paesaggio ampio e grandioso, pienezza rigogliosa di boschi, fioriture dalle perfette combinazioni di colore, montagne di roccia granitica a fare da cornice.

Numerosi i tracciati percorribili, occitani, per l’appunto, che permettono il passaggio dai vari piccoli comuni e di camminare in quota a contatto con una natura saggia e completa, dove il turismo di massa non ha lasciato la sua orma inopportuna e irrispettosa. Dove non c’è nessuno, si cammina in silenzio lasciando parlare il sussurro potente di ciò che ci è preesistito e ci supererà. Accolto dai pochi abitanti del luogo, i visi antichi segnati da una vita di semplicità e fatica, chi arriva in Val Maira resta affascinato dal senso di appartenenza, dal legame con l’essenzialità, dal desiderio della generazione più giovane di rimanere e far conoscere la bontà del proprio mondo.

Si cammina in Val Maira, solido il terreno, di colle in colle, cangiante il paesaggio sempre nuovo allo sguardo: con un buon passo in cinque giorni, partendo da Macra si arriva a Elva passando per Marmora, salendo a Colle Preit e poi al panoramico rifugio Gardetta (2335 di altitudine); si scende a Chialvetta e poi su a Colle Ciarbonnet e alle sorgenti del Maira, giù a Chiappera al campo base, ancora si scende nel borgo di Ussolo (paese della casa del protagonista del film Il vento fa il suo giro) per arrivare infine a Elva. Molto piacevoli le sistemazioni, semplici ma curate e ospitali; ottime le prelibatezze del luogo!

Numerosi i segni della cultura occitana, della sua produzione artistica, come ad Elva, famosa per la sua chiesa settecentesca con gli affreschi di Hans Clemer. E ancora per il suo straordinario Museo dei capelli, testimonianza dell’attività dei tagliatori di capelli che viaggiavano in cerca di chiome da tagliare e da trasformare con un incredibile lavoro manuale in parrucche. Un viaggio dunque che non è solo un trekking in montagna: i percorsi occitani sono un incontro tra passato e presente, che impegna gambe, testa e cuore.

Ci vogliono gambe allenate, spalle a sorreggere lo zaino, testa per la capacità di adattamento, cuore per saper gioire e apprezzare cose inaspettate, diverse dall’usuale. E allora si va, tra saliscendi prodigiosi, poi ci si guarda intorno, indietro, increduli della strada fatta, immersi quasi inconsapevolmente nella bellezza dell’andare. Niente in questo cammino riporta alla vita cui siamo abituati, anzi ce ne allontana: nessun aspetto consumistico, nessuna corsa all’avere, solo la natura che detta i suoi ritmi cui adeguarsi, che rilascia in chi si sente ospite privilegiato un seme selvaggio e sincero. Su terreno fertile porterà frutto in profondità.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Valeria  Capuano - vedi tutti gli articoli di Valeria  Capuano



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Curtonus

Curtonus, pianta comprendente una sola specie bulbosa, rustica, adatta per le bordure erbacee e miste
In settembre-ottobre o in primavera si mettono a dimora le piantine appena divise o i bulbi-tuberi appena acquistati ........

Caprifoglio (Lonicera)

Caprifoglio (Lonicera), genere di 200 specie di arbusti e piante rampicanti, legnose, sempreverdi e decidue, appartenenti alla famiglia delle Caprifogliacee, originarie dell’Asia, dell’America Settentrionale e dell’Europa. ........

Acalypha

Acalypha, genere comprendente oltre 300 specie di arbusti e piante erbacee, appartenenti alla famiglia delle Euforbiacee, tutte originarie delle zone calde. Le foglie sono largamente ovate e di diversa colorazione, di grande ........

Eccremocarpus

Eccremocarpus, genere di 5 specie di piante rampicanti, sempreverdi, semirustiche adatte nelle regioni a clima mite a coprire pergolati e muri e per formare siepi.
Alla fine di maggio si piantano gruppi di 3 piantine ........

Halimium

Halimium, genere di 14 specie di arbusti sempreverdi, semirustici e rustici, diffusi nelle regioni meridionali, affini alle specie Cistus. Si coltivano nei grandi giardini rocciosi, particolarmente in quelli posti  ........

 

 

Ricetta del giorno
Caponata di verdure
Scolare e sciacquare i capperi sotto acqua corrente. Lavare le melanzane, eliminare il picciolo e ridurle a dadini non troppo piccoli. Eliminare i piccioli ....
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Layia
Layia, genere di 15 specie di piante annuali, rustiche. La specie descritta è adatta per le bordure e per le scarpate soleggiate e rustiche. Produce numerosi capolini dai colori vivaci, simili a margherite, ........

Catananche

Catananche, genere di 5 specie di piante erbacee, perenni ed annuali, rustiche. La specie descritta è adatta per le bordure e per la produzione di fiori da recidere, anche da essiccare per utilizzarli poi per le decorazioni ........

Aristolochia

Aristolochia, genere di 350 specie di piante erbacee o arbustive, perenni, sempreverdi o decidue, rustiche o delicate, appartenenti alla famiglia delle Aristolochiacee. Pianta rampicante, è molto adatta a ricoprire muri, ........

Passiflora (fiore della passione)

Passiflora (Fiore della passione), genere di 500 specie di piante rampicanti fiorifere, appartenenti alla famiglia delle Passifloraceae, sempreverdi, vigorose, delicate, adatte per le zone a clima mite. La parte apicale ........

Gleditschia

Gleditschia, genere di 11 specie di alberi a foglie decidue, originari dell'Iran, Asia e America settentrionale. La maggior parte di queste piante ha spine semplici o ramificate, che sono di minori dimensioni nelle piante ........

Ricetta del giorno
Bavarese ai frutti di bosco
In un pentolino versate il latte, aggiungete l'agar agar e fate bollire. Lasciate, poi, sul fuoco per un paio di minuti, tenendo la fiamma bassa e mescolando ....


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La bellezza sconosciuta della Val Maira e i percorsi Occitani freccemartedì 10 settembre 2013

Probabilmente non l’avrete mai sentita nominare: la Val Maira (il nome deriva dal fiume Maira che la attraversa) si trova in Piemonte, la si raggiunge da Torino o Cuneo, strada fino a Dronero e poi su … a scoprire un territorio ancora intatto, nei luoghi e nelle tradizioni. Quelle della cultura Occitana, culla della lingua d’oc (occitano), sviluppatasi in Francia, Spagna e Italia. La Val Maira si rivelerà ai vostri occhi un paesaggio ampio e grandioso, pienezza rigogliosa di boschi, fioriture dalle perfette combinazioni di colore, montagne di roccia granitica a fare da cornice.

Numerosi i tracciati percorribili, occitani, per l’appunto, che permettono il passaggio dai vari piccoli comuni e di camminare in quota a contatto con una natura saggia e completa, dove il turismo di massa non ha lasciato la sua orma inopportuna e irrispettosa. Dove non c’è nessuno, si cammina in silenzio lasciando parlare il sussurro potente di ciò che ci è preesistito e ci supererà. Accolto dai pochi abitanti del luogo, i visi antichi segnati da una vita di semplicità e fatica, chi arriva in Val Maira resta affascinato dal senso di appartenenza, dal legame con l’essenzialità, dal desiderio della generazione più giovane di rimanere e far conoscere la bontà del proprio mondo.

Si cammina in Val Maira, solido il terreno, di colle in colle, cangiante il paesaggio sempre nuovo allo sguardo: con un buon passo in cinque giorni, partendo da Macra si arriva a Elva passando per Marmora, salendo a Colle Preit e poi al panoramico rifugio Gardetta (2335 di altitudine); si scende a Chialvetta e poi su a Colle Ciarbonnet e alle sorgenti del Maira, giù a Chiappera al campo base, ancora si scende nel borgo di Ussolo (paese della casa del protagonista del film Il vento fa il suo giro) per arrivare infine a Elva. Molto piacevoli le sistemazioni, semplici ma curate e ospitali; ottime le prelibatezze del luogo!

Numerosi i segni della cultura occitana, della sua produzione artistica, come ad Elva, famosa per la sua chiesa settecentesca con gli affreschi di Hans Clemer. E ancora per il suo straordinario Museo dei capelli, testimonianza dell’attività dei tagliatori di capelli che viaggiavano in cerca di chiome da tagliare e da trasformare con un incredibile lavoro manuale in parrucche. Un viaggio dunque che non è solo un trekking in montagna: i percorsi occitani sono un incontro tra passato e presente, che impegna gambe, testa e cuore.

Ci vogliono gambe allenate, spalle a sorreggere lo zaino, testa per la capacità di adattamento, cuore per saper gioire e apprezzare cose inaspettate, diverse dall’usuale. E allora si va, tra saliscendi prodigiosi, poi ci si guarda intorno, indietro, increduli della strada fatta, immersi quasi inconsapevolmente nella bellezza dell’andare. Niente in questo cammino riporta alla vita cui siamo abituati, anzi ce ne allontana: nessun aspetto consumistico, nessuna corsa all’avere, solo la natura che detta i suoi ritmi cui adeguarsi, che rilascia in chi si sente ospite privilegiato un seme selvaggio e sincero. Su terreno fertile porterà frutto in profondità.
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